Stiamo vivendo il culmine dell’Era Digitale e ormai è sempre più comune avere a che fare con uno spazio del tutto nuovo, del tutto virtuale, all’interno del quale agiamo e operiamo proprio come nella vita reale.
La Rete ci offre questo e ben altro. Il concetto stesso di “virtuale” si allarga sempre di più, allargandosi poco per volta fino a comprendere sempre più aspetti del vivere su Internet. È il caso delle cosiddette monete virtuali, i sempre più utilizzati bitcoin che già da qualche anno stanno facendo parlare di loro, tra critiche e commenti entusiasti.
Il bitcoin è la moneta elettronica creata nel 2009 dallo sviluppatore noto con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto.
La differenza con le valute tradizionali è sostanzialmente una: questo nuovo sistema non fa uso di un ente centrale e utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, sfruttando la crittografia per gestire gli aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l’attribuzione di proprietà dei bitcoin.
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Come funzionano i BitCoin?
La rete Bitcoin consente inoltre il possesso e lo scambio anonimo delle monete, che possono essere trasferite attraverso Internet verso chiunque disponga di un “indirizzo bitcoin”.
La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende quindi impossibile a qualunque autorità, governativa o meno, il blocco dei trasferimenti, il sequestro di bitcoin senza il possesso delle relative chiavi o la svalutazione dovuta all’immissione di nuova moneta. Inutile sottolineare ulteriormente l’incredibile innovazione introdotta.
Ma quanto vale questa moneta “inesistente”? Il controvalore totale dell’economia Bitcoin, calcolato a dicembre 2012 era di circa 140 milioni di dollari statunitensi, ma già nell’aprile dell’anno dopo era salito a 1,4 miliardi. Il successivo aumento è stato letteralmente esponenziale.
Nonostante ciò, l’economia basata sui bitcoin è ancora molto piccola, se paragonata a economie stabilite da lungo tempo, e il software è ancora in uno stato di beta release.
Tuttavia sono già commercializzati in bitcoin merci e servizi reali quali, ad esempio, automobili usate o contratti di sviluppo software, a dimostrazione del fatto che i bitcoin vengono già accettati sia per servizi online sia per beni tangibili.
Sono poi moltissimi ormai gli enti, le organizzazioni e le associazioni che accettano donazioni in bitcoin, così come sono sempre di più i grandi siti di e-commerce (Amazon e eBay su tutti) che accettano simili pagamenti, anche se attraverso intermediari. Il tutto a testimonianza di un successo che non accenna a fermarsi.